Gli ultimi giorni ci hanno elargito uno stupendo spaccato della stampa italiana con la vicenda di Dino Boffo, direttore di “Avvenire”.
Dal mio punto di vista tutto è cominciato un paio di settimane fa. Ero uscito a cena con Luigi e Paolo e ci siamo fermati a chiacchierare fino a mezzanotte passata. Uno degli argomenti trattati è stato lo strano risiko dei direttori di giornale:
- Vittorio Feltri ritorna a fare il direttore de “Il giornale” dopo aver fondato e diretto “Libero”;
- Gianluigi Paragone, ex direttore de “La Padania e vicedirettore di “Libero”, assume temporaneamente la direzione di “Libero” nell’attesa del nuovo direttore e poi viene nominato vicedirettore di RaiUno;
- Maurizio Belpietro lascia la direzione di “Panorama” per subentrare a Feltri nella direzione di “Libero”;
- Mario Giordano lascia a Feltri la direzione de “Il Giornale” e ritorna a dirigere “Studio Aperto”, il tg di Italia 1.
Questo turbinio di poltrone fa girare un po’ la testa e mi ha fatto una strana impressione. Il giorno dopo la serata di chiacchiere tra amici mi sono messo a spulciare Wikipedia per curiosità e per avere un quadro d’insieme. Più cercavo e più il quadro si intorbidiva invece di chiarirsi ed uno strano senso di fastidio cresceva al punto di farmi desistere dall’approfondire oltre.
Ho messo da parte lo schemino che mi stavo costruendo ed ho continuato la mia normo-vita cercando di dimenticare in che paese mi trovo. Purtroppo il passaggio di un pezzo d’artiglieria pesante come Feltri dalle retrovie di “Libero” alla prima linea di “Il Giornale” lasciava intendere che qualcosa si stava muovendo e che a breve ne avremmo viste delle belle.
Come volevasi dimostrare non è stato necessario attendere a lungo perché Feltri lanciasse la prima bordata dalla sua nuova gestione: Dino Boffo, storico direttore del quotidiano dei vescovi italiani, il cattolicissimo “Avvenire”, sbattuto in prima pagina per una tresca omosessuale culminata con la condanna di Boffo per minacce alla moglie dell’amante. A corollario dello “scoop” un editoriale al vetriolo in cui si mette bene in chiaro che il direttore di “Avvenire” non aveva e non ha lo status morale per permettersi di riprendere Berlusconi per le sue frequentazioni con donne di facili costumi.
Le ultime notizie che mi sono pervenute disegnano un classico quadretto di cronaca italiana:
- Dino Boffo risponde a colpi di editoriale da “Avvenire” definendo lo scoop una patacca e promette di dare tutto in mano agli avvocati. Comunque grazie all’attenzione ricevuta ora compare tra le voci di Wikipedia;
- Vittorio Feltri prosegue per la sua strada forte delle “carte” in suo possesso. Se ha in mano delle prove certe non corre il rischio di essere condannato per diffamazione, reato per cui è già stato condannato nel 2006 e nel 2007;
- Silvio Berlusconi si dissocia dalle dichiarazioni di Feltri e ribadisce l’indipendenza del quotidiano. Nota: visto che la contemporanea proprietà di tre reti televisive nazionali e de “Il Giornale” violava al legge Mammì nel 1990 B. cedette la società editrice a suo fratello Paolo Berlusconi, rimanendo azionista con una quota di minoranza (il 29%);
- Roberto Maroni chiama personalmente Dino Boffo per manifestargli solidarietà ed assicuragli “di aver ordinato un’immediata verifica nell’apparato di pubblica sicurezza che da lui dipende”;
- Bossi e Calderoli, che fino a ieri erano ai ferri corti la Chiesa in tema di immigrazione, hanno in programma di andare in Vaticano per ricordare che la nostra matrice è cristiana e cattolica e “la Lega è l’unico partito che veramente ha radici cristiane”;
- Mario Adinolfi scrive una lettera aperta a Feltri da cui scopriamo che i fatti relativi a Boffo erano già noti ai giornali almeno dal 2004 ma che ci si è guardati bene dall’informare i lettori;
Se siete riusciti a leggere fino a qui vi faccio i miei più sinceri complimenti. Il fetido quadro d’insieme che viene fuori mette in chiaro che alle spalle dell’opinione pubblica si consumano le peggiori nefandezze ed ipocrisie e che fatti noti e stranoti ai soliti beninformati vengono passati col contagocce al pubblico se e quando c’è l’interesse ed il tornaconto per farlo. La cosa non mi stupisce ma vedersela sbattere in faccia in maniera così brutale fa un certo effetto.
Aggiornamento (03 settembre 2009): Dino Boffo si è dimesso con effetto immediato sia da Avvenire che dalla tv dei vescovi Tv2000 e da Radio Inblu. Tutta la faccenda è in continua e voluzione e penso ne vedremo e sentiremo delle belle nei prossimi giorni/settimane.